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Zecche: cosa sapere e come comportarsi


Da qualche anno sentiamo parlare sempre più spesso di zecche, e sono un problema non solo per i nostri animali domestici, ma anche per noi se facciamo delle gite in montagna o se frequentiamo zone boschive.

Per questo diventa importante capire non solo come prevenirne il morso, ma anche come riconoscerle, e di conseguenza come comportarsi se ne veniamo a contatto.

Le zecche sono piccoli parassiti che si nutrono del sangue dei vertebrati per sopravvivere. Per questo una volta morso l’ospite, tendono a rimanere attaccate a lungo, aumentando le loro dimensioni. Si presentano come piccole e di colore marrone scuro, e preferiscono attaccarsi alle pieghe cutanee, per questo si confondono bene e possono passare inosservate se non si cerca molto attentamente. Man mano che crescono, tendono ad assomigliare ad un seme di anguria, e diventano sempre più visibili a colpo d’occhio.

Ma perché è così importante rimuovere le zecche il prima possibile?

Le zecche sono note per trasmettere diverse malattie, tra queste le più note sono la malattia di Lyme e l’encefalite da zecche. Le probabilità però della trasmissione di agenti patogeni per mezzo della puntura di zecche dipendono strettamente dalla durata della permanenza di queste sull’ospite e sono, in generale, basse se la zecca rimane attaccata per meno di 36-48 ore.
Diventa fondamentale quindi adottare sempre delle buone norme di comportamento per minimizzare il rischio di contatto con le zecche, imparando a riconoscerle fin da subito e monitorando i sintomi qualora se ne venisse a contatto.

Cosa fare quindi per evitare il contatto con le zecche?

Ecco alcune regole che possono aiutarci a vivere serenamente e in sicurezza le nostre gite e le nostre vacanze:

  • Camminare al centro dei sentieri, evitando contatti con la vegetazione;
  • Indossare indumenti di colore chiaro, per rendere evidente la presenza di zecche, e con maniche e pantaloni lunghi. Indossare calzature chiuse e alte sulle caviglie.
  • Se possibile usare i guanti, soprattutto se si maneggia la selvaggina, o per la raccolta di funghi o bacche.
  • Applicare sulle parti scoperte del corpo prodotti repellenti per gli insetti a base di DEET o altri acaricidi, ripetendo, se necessario, l’applicazione ogni 2-3 ore. In questi casi chiedete sempre consiglio al farmacista per valutare il prodotto più idoneo, soprattutto per i più piccoli.

E se veniamo punti da una zecca? Ecco cosa fare:

  • la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca.
  • disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato, per poter monitorare il post-puntura.
  • evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla
  • se il rostro (la “testa”) rimane all’interno della cute, deve essere estratto con un ago sterile.
  • annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione. Rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.

Durante la rimozione della zecca ecco cosa non fare:

  • Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.

Ricordiamoci sempre poi di fare la profilassi ai nostri animali da compagnia, controllando anche loro dopo le gite fuori porta. Disinfettiamo le loro cucce, magari vaporizzandole periodicamente con prodotti acaricidi e insetticidi. Ricordiamo sempre che questi prodotti sono tossici per noi e per l’animale se inalati, quindi lasciamo la cuccia all’aria aperta prima di far entrare Fido!

Fonti: sito del ministero della salute, Istituto Superiore di Sanità

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